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Giuseppe Rumore


(Prizzi, 1894 – Prizzi, 22 settembre 1919)

Biografia:

Giuseppe Rumore nacque a Prizzi nel 1894. Iniziò la sua attività nei primi del ‘900 aderendo alle rivolte contadine. Divenne segretario della Lega dei Contadini collaborando con il collega Nicola Alongi, pericolo numero uno per il sistema mafioso, incapace di sottostare alle rivolte latifondiste del Dopoguerra da parte dei contadini, specie nella provincia di Palermo.

Alongi e Rumore dovettero vedersela con i mafiosi, che avevano l’appoggio silenzioso dello Stato e, con il loro sistema fatto di privilegi e favori ai proprietari terrieri, evidenti schiavi del loro sporco gioco. La risposta a tutto questo, nonché il principale obiettivo di Rumore fu quello di occupare i latifondi attraverso uno sciopero, indetto insieme ad Alongi il 31 agosto del 1919, che oggi conosciamo come Lo sciopero delle campagne prizzesi; a questo seguirono i comizi di Palazzo Adriano e dei comuni vicini. Tutto questo caos provocò il malumore della criminalità che la notte del 22 settembre 1919 lo fece uccidere sotto casa sua con due colpi di fucile davanti agli occhi della figlia e della moglie mentre stava rientrando a casa.

La reazione dei giornali socialisti, come per esempio L’Avanti, fu retorica e definì Rumore il nuovo martire, ma questo non servì a coprire il fatto che i latifondisti fossero i principali mandanti di quell’omicidio. Gli operai della Orcel di Palermo riuscirono invece ad organizzare un’ azione tangibile a favore della famiglia di Rumore, mentre le autorità locali lasciarono che la commozione si stemperasse in indagini depistanti, con lo scopo di far cadere nel silenzio più assoluto il fatto.

Nicola Alongi vuole portare avanti il programma del collega e attraverso un articolo sul giornale de “La riscossa socialista” accusò le autorità di non aver protetto Rumore, ai fini di salvaguardare i loro rapporti personali con l’ambiente della malavita. Questa cosa gli costò la vita 5 mesi dopo, venendo ucciso con la stessa modalità dell’amico.

Un’altra persona che decise di combattere per lui fino alla morte fu Maria Vallone, la moglie, donna coraggiosa che non smise mai di chiedere verità e giustizia per l’assassinio del marito. Morta a Palermo a 87 anni, nel 1985.

La donna, infatti, aveva capito benissimo che non c’era nessuna volontà di far luce sull’assassinio del marito, ma non volle arrendersi. Scrisse a mano una lunga lettera dove denunciò con dovizia di particolari il suo dramma, le nefandezze della mafia di Prizzi e le sue complicità con certa politica.

Qui ne riportiamo solo alcuni passi:

“Compagni, non dimenticate che i signorotti che vogliono il voto, lo hanno comprato, non solo con la moneta, ma anche con la polvere e con il sangue, avendomi loro assassinato il mio sposo e lasciandomi in mezzo a mille sciagure. …

Ma ora rispondo io: “non lo vedete che il sangue innocente di Rumore grida vendetta, evviva la rivoluzione!” E tu moglie mia non temere, svegliati e non piangere più nel bugigattolo della tua casa! Vai per conto mio a fare ciò che la tua coscienza ti detta, racconta ai tuoi compagni che per il voto quanto sono capaci di fare. Ed io mi scervello, che cosa devo raccontare…e vado a dormire. E lui un’altra volta mi sveglia e mi parla: “non impaurirti che il mio spirito é sempre con te.” …

Io non ho nulla da sperare da nessuno, solo mi resta di dirvi che quando il mio dire vi annoia, venite un’altra volta nella strada che certo sarà chiamata Giuseppe Rumore e vi vendicherete del mio parlare tanto. Io sarò pronta a sfidarmi con voi perché io tutto mi sarei potuta aspettare e non sentire alla mia porta due colpi feroci e lasciarmi vedova. Così senza neanche darmi tempo di dargli l’ultimo addio né io né la sua sventurata figlia di 4 anni. Che su di voi ricada un fulmine da Dio e vi strappi alle vostre famiglie se ne avete!

Il Gruppo Scout RM 65 ha deciso di partecipare al percorso proposto da AGESCI e Libera (associazione che da anni si occupa di contrastare le mafie e portare avanti la memoria delle vittime di queste organizzazioni criminali).

Il nostro clan Tavola Rotonda per non rimanere indifferente ha progettato un disegno su Giuseppe Rumore per poi realizzare un murales nella nostra chiesa San Michele Arcangelo. In questo modo abbiamo voluto lasciare un suo simbolo nel nostro quartiere. Inoltre con lo stesso disegno abbiamo creato un pannello da appendere alla sede della CGIL, in modo tale da unire il nostro quartiere ed un luogo simbolico di Giuseppe Rumore, un sindacato.

Questo riassunto di ciò che è stata la vita di Giuseppe Rumore è frutto di una approfondita ricerca di fonti e verità, che abbiamo portato avanti cercando di far sì che i nomi delle vittime di mafia non venissero dimenticati e che la loro storia potesse, speriamo in cuor nostro, fare RUMORE…

(Link dell’articolo con la lettera di Maria Vallone tradotta dalla prof.ssa Rosa Faragi:
https://perlasicilia.blogspot.com/2019/09/prizzi-22-settembre-2019-100-anni.html
Ulteriori informazioni sull’attività di Maria Vallone dopo la morte di Giuseppe Rumore:
https://mafie.blogautore.repubblica.it/2020/12/12/5064/)

Link articolo sull’assassinio di Giuseppe: https://mafie.blogautore.repubblica.it/2020/12/11/5061/)

                                                                         Clan tavola Rotonda Rm 65

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